Regola n.1: Metti al centro il benessere dei bambini e delle bambine.
Che siano i tuoi figli o i componenti della squadra che alleni, tieni sempre in mente che si tratta di bambini e di bambine, che hanno specifiche esigenze psico-fisiche e risorse limitate (del resto vale lo stesso per gli atleti evoluti).
- Se sei un allenatore o un’allenatrice: ricorda che la scuola è al primo posto. Informati sull’andamento scolastico di ogni componente della tua squadra e cerca di capire se ci sono difficoltà specifiche di apprendimento o di relazione con le insegnanti. Se hai bambini dislessici, è importante che li guardi con un occhio di riguardo, che fai attenzione ai loro livelli di attenzione e di motivazione, che rinforzi i successi piuttosto che sottolineare gli errori. Ricorda inoltre che è probabile che i genitori di questi bambini siano preoccupati o affaticati da questa difficoltà scolastica dei figli, per cui è importante avere un occhio di riguardo anche con loro (ad esempio giustificando qualche assenza in più agli allenamenti).
- Se sei un genitore: fai attenzione a tuo figlio o a tua figlia. Se lo/la vedi eccessivamente stanco/a, parlane con l’allenatore o l’allenatrice e insieme a lui/lei cercate una soluzione. Occhio sempre al momento in cui lo fai! Proteggi tuo figlio o tua figlia dalle tue preoccupazioni, per cui cerca un momento in cui sia assente e un luogo in cui non sentano altri genitori o gli altri bambini. E’ importante parlare con l’allenatore o l’allenatrice anche nel caso in cui tuo figlio abbia particolari difficoltà scolastiche (ad esempio ha problemi di attenzione, gestione del comportamento o disturbi dell’apprendimento – come dislessia, disgrafia, dislessia, disortografia). Ricorda che sono dinamiche cognitive ed emotive che si manifestano e/o influenzano anche l’approccio di tuo/a figlio/a allo sport e l’essere informato su queste difficoltà aiuta l’allenatore o l’allenatrice ad impostare un lavoro più adatto alle sue esigenze.